Espropriazione forzata presso terzi: cos’è e come funziona

I creditori che intendono soddisfare le proprie pretese creditorie possono ricorrere all’espropriazione forzata aggredendo i beni intestati al debitore. Se i beni del debitore rientrano nella disponibilità del terzo, si parla di espropriazione forzata presso terzi.

 

 

Cos’è l’espropriazione forzata presso terzi?

Per espropriazione forzata s’intende il pignoramento dei beni del debitore che rientrano nella disponibilità del terzo.

L’istituto è disciplinato dall’art. 543 del C.P.C., che prevede due ipotesi: quella in cui il debitore vanti dei crediti rispetto al terzo e quella in cui il terzo possieda dei beni che appartengono al debitore.

 

 

Come si fa l’espropriazione forzata?

Occorre notificare al debitore ed al terzo un atto di espropriazione forzata, contenente un’ingiunzione a non commettere atti dispositivi sui crediti e sui beni che verranno pignorati, secondo quanto stabilito dall’Art. 492 del C.p.C., e l’indicazione delle somme e delle cose dovute, almeno in linea generica, unitamente all’intimazione al terzo di non disporre di quelle cose e di quelle somme, a meno che non sia il Giudice ad ordinarlo.

 

Nell’atto di espropriazione forzata deve essere indicato l’indirizzo di posta elettronica certificata del creditore, la dichiarazione di residenza nel Comune in cui si trova il Tribunale competente in merito. Occorre inoltre citare il debitore innanzi al Giudice competente, tenendo conto del termine dilatorio di pagamento ed invitare il terzo a rendere conto al creditore entro dieci giorni.

 

 

Quali sono gli obblighi del terzo pignorato?

L’art. 547 del C.p.C. stabilisce che il terzo è tenuto a rendere una dichiarazione al creditore precedente, attraverso posta elettronica certificata o tramite raccomandata con ricevuta di ritorno.

 

Nella dichiarazione del terzo devono essere indicate le somme e le cose di cui è debitore, la specifica della data della consegna e del pagamento, così come di eventuali cessioni già accettate e gli eventuali sequestri effettuati precedentemente.

 

Nel caso in cui dovessero sorgere delle contestazioni sulla dichiarazione, non fosse possibile identificare univocamente i beni del debitore o il credito, come ad esempio in caso di mancata dichiarazione del terzo, su istanza di parte e dopo gli accertamenti dovuti, il Giudice provvederà con un’ordinanza.

 

 

Quali sono i crediti che non possono essere sottoposti ad espropriazione forzata?

I crediti del debitore nei confronti del terzo che non possono essere espropriati sono tutti i crediti alimentari, a meno che non si tratti di causa di alimenti, tutti i crediti dovuti da istituti di beneficienza, da enti di assistenza o da casse di assicurazione per un funerale, per una malattia o per una maternità.

 

Anche i crediti che riguardano i sussidi di sostentamento sono impignorabili.

 

 

E’ sempre conveniente recuperare un credito attraverso l’espropriazione forzata?

Spesso i costi giudiziali (giudice di pace – tribunale) sono particolarmente rilevanti, così come quelli d’esecuzione (ufficiale giudiziario), tanto che richiedono un’attenta e preventiva analisi in relazione ai benefici, con valutazione dell’opportunità e convenienza ad intraprendere un’attività di recupero crediti giudiziale.

 

Servizisicuri.com, in possesso di regolare licenza prefettizia, mette a disposizione di ogni creditore tutti i servizi informativi investigati volti ad individuare ogni bene intestato al debitore ed utilmente aggredibile, in modo da consentirgli di non affrontare ulteriori spese, talvolta ingenti, per tentante di recuperare un credito di fatto inesigibile sin dall’inizio.

 

Le aziende creditrici, qualora il debitore risultasse essere oltre che insolvente anche insolvibile, grazie al ricorso alle indagini patrimoniali di società autorizzate dalla Prefettura come Servizisicuri.com, si costituiranno un titolo per la messa a perdita fiscale, con un conseguente risparmio, talvolta cospicuo, sulle imposte.

 

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